Contro il procuratorismo – intervista a Claudio Pasqualin

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Da Rivista Contrasti – articolo a cura di Luigi Fattore

Claudio Pasqualin ci parla senza peli sulla lingua e senza retorica. E forse anche con un filino di nostalgia per il calcio di vent’anni fa, auspicando che in qualche modo se ne possano recuperare i valori.

Avvocato, procuratore sportivo di fama internazionale nonché presidente di Avvocaticalcio, associazione che mira alla formazione degli agenti che verranno, Claudio Pasqualin rappresenta forse uno dei pochi signori rimasti nel calcio. Un mondo in cui è stata svilita, anche dal punto di vista dell’immagine, la figura dell’agente dei calciatori, una professione tanto ambita che, almeno fino alla riforma che ha reintrodotto l’esame di abilitazione, aveva tolto importanza alle competenze giuridiche, e di conseguenza alla tutela legale degli assistiti. Ma forse adesso qualcosa sta cambiando. Il disastroso esito della recente prova di accesso lo dimostra. Di questo e tantissimo altro – da Del Piero a Lentini, da Wanda Nara a Cristiano Ronaldo, passando per il probabile matrimonio Sarri-Juve – ce ne ha parlato in questa piacevole chiacchierata.

Avvocato, come si spiega il numero così elevato di bocciati al recente esame per agenti sportivi?

Evidentemente la prova era impegnativa, è un dato di fatto che posso confermare. Effettivamente si andava proprio alla ricerca della qualità della professione che in questi anni era un po’ venuta a mancare per via della cosiddetta deregulation. Però, come si dice, est modus in rebus. Si è passati da un estremo all’altro, perché meno dell’1% (8 su oltre 800) dei candidati ammessi è un dato troppo severo per essere accettabile. Però bisogna far tesoro di questa esperienza per inquadrare meglio la figura professionale.

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